La ricerca esamina i diversi aspetti legislativi e psicologici legati alla separazione, riferendosi sia alle implicazioni nella relazione di coppia che soprattutto alle conseguenze sui figli. Infine, vengono date indicazioni su una buona gestione del processo di separazione.
Il divorzio in Italia viene istituito nel 1970 in seno al movimento femminista, prima di allora il matrimonio era considerato un vincolo indissolubile ed era previsto solo per colpa coniugale, vale a dire per violazione delle regole coniugali, come l’adulterio, la crudeltà e l’abbandono del tetto coniugale; oggi il matrimonio può essere sciolto anche su richiesta di entrambi i coniugi, indipendentemente da chi ha colpa o meno.
La separazione e il divorzio non fa più notizia come 20 o 30 anni fa, sono tante le coppie che decidono di intraprendere questa strada con motivazioni più o meno condivisibili, ma ciò che conta è che la “famiglia” non sta scomparendo, come alcuni sostengono, sta solo cambiando.
E’ cambiato in seguito a tante battaglie il ruolo della Donna nella società facendole conquistare una maggiore indipendenza. E’ scomparso o quasi il vecchio modello patriarcale che caratterizzava le famiglie nelle epoche passate.
La nostra legislazione ha però raggiunto un’altro importantissimo traguardo con la Legge 54 del 2006: L’ ISTITUTO DELL’AFFIDO CONDIVISO. Si considera la differenza tra “colpa coniugale” e “colpa genitoriale”: un pessimo marito può essere in maniera pressoché indiscussa un buon padre. Con la L. 54/2006 non vengono date indicazioni rigide sul da farsi, ma è la coppia che deve essere in grado di riorganizzare il nucleo familiare solo ed esclusivamente per il benessere dei figli. Ogni valutazione viene effettuata attraverso il CTU ovvero, la Consulenza Tecnica d’Ufficio che prima del su detto intervento normativo serviva per la valutazione delle capacità genitoriali ai fini dell’affidamento mono genitoriale; con l’art. 155 del c.c. oggi il genitore accusatore può chiedere in qualsiasi momento una nuova valutazione dell’altro genitore, quindi si nominerà un CTU. In ogni caso l’intervento dello stesso è volto a garantire il benestare del minore.
L’attività peritale prevede: incontri singoli e congiunti, tests specifici per l’affidamento e non solo, visita domiciliare per osservare il minore nell’ambiente in cui vive. Ciò che deve essere posto in esame non è tanto il rapporto coniugale quanto quello genitoriale; secondo questa prospettiva, è la “mediazione familiare” a dover fare chiarezza nel rapporto di coppia prima di tutto.
IL MEDIATORE FAMILIARE
E’ a partire dagli anni ’60 del secolo scorso che negli Stati Uniti nasce la figura del mediatore familiare. Arriverà trent’ anni dopo anche in Italia come conseguenza dell’aumento del numero delle separazioni e dei divorzi. Si tratta di una figura qualificata chiamata in causa per fare in modo che i genitori trovino accordi accettabili sulla base delle esigenze dei figli, accordi dunque condivisi e soddisfacenti nel tempo, trovare una comunicazione funzionale è uno degli obiettivi della mediazione familiare.
La Mediazione infatti permette ai genitori il raggiungimento di benefici a livello individuale e relazionale, facendo ritrovare stima in se stessi, ridefinendo la propria identità e migliorando le loro capacità comunicative al di là del conflitto.
IL PROCESSO DI MEDIAZIONE
Il divorzio e la separazione sono molto spesso momenti difficili e traumatici, e può sopraggiungere l’idea del fallimento come persona prima ancora che come coniuge o genitore. Da un punto di vista terapeutico è sicuramente importante capire se la coppia è davvero pronta ad affrontare un simile passo, pertanto vanno indagati aspetti del tipo: condivisione o meno della scelta da parte di entrambi i coniugi, se questa è definitiva o se è possibile recuperare il rapporto, da quanto tempo è in crisi, quali sono state le cause, se c’ è stato un tentativo di soluzione e, se si è provveduto a dirlo ai figli.
Chiaramente se è solo un’azione compulsiva bisogna capire meglio e ragionare però, se la decisione è comunque definitiva è necessario allora saper gestire al meglio la situazione e considerare ogni coppia come una coppia a sè.
Quando la scelta non è condivisa, cosa abbastanza frequente, alcune coppie vivono la separazione con maggiori difficoltà, colpevolizzandosi a vicenda; altre si separano in seguito a situazioni conflittuali dopo magari aver tentato una riappacificazione, altre ancora, si separano in seguito a un tradimento spesso ripetuto. Esistono situazioni familiari di grave conflitto dove la serenità del bambino è garantita solo da una quanto più celere separazione dei genitori.
COME AIUTARE I BAMBINI NELLA SEPARAZIONE
Non dobbiamo sottovalutare il fatto che i maggiori danni psicologici interessano i bambini i quali, a seconda dell’ età manifestano reazioni diverse:
- In età prescolare potrebbero tornare a bagnare il letto, avere disturbi del sonno come incubi notturni o presentare balbuzie, provare una sensazione come di abbandono;
- In età scolare potrebbero manifestare sentimenti di ostilità verso i genitori o avere depressioni;
- In età adolescenziale potrebbero cercare trasgressioni, indipendenza e spesso presentare difficoltà scolastiche.
I genitori in questi casi non devono fare altro che dimostrare affetto ai figli e dargli la certezza di esserci sempre. Ai propri figli va spiegato che se mamma e papà si separano non è per colpa loro, vanno inoltre aiutati ad esprimere i suoi sentimenti e pensieri rispetto alla separazione perché possono diventare ansiosi, irritabili manifestare insomma i segni tipici del momento difficile che stanno attraversando in famiglia.
E’ doveroso poi mantenere sempre le stesse regole in casa per dimostrargli che nei loro confronti nulla cambierà cercando di mantenere la situazione nella normalità del quotidiano, non modificandone lo stile di vita; è poi il caso di aggiungere che per il bambino sarebbe opportuno continuare a vivere alla stessa maniera di sempre così da non privarlo di quei punti di riferimento che erano propri della sua vita sino a quel momento. Tra le varie cose, mai litigare in sua presenza perché si agita e si preoccupa, concedergli sempre di vedere regolarmente l’altro genitore e lasciare che possa nutrire lo stesso affetto per entrambi; in ultimo, fondamentale sul piano morale oltre che meramente affettivo e materiale, è l’ aiuto dei nonni.
QUANDO OCCORRE UN SOSTEGNO PSICOLOGICO
Quante volte si reputa necessario un sostegno psicologico? Quasi sempre.
Dallo psicologo non va solamente il “matto” come nella visione popolare si è erroneamente portati a credere; questa figura è uno specialista nel fornire aiuto in uno stato di malessere generale e può soprattutto aiutare a fare chiarezza in se stessi.
In procinto o nel bel mezzo di una separazione quindi, può dirsi utile un chiaro sostegno di questo tipo affinché il genitore ritrovi la propria forza e ridefinisca quel ruolo genitoriale che sente di aver perso perché, con la separazione non finisce anche la genitorialità.
CIò potrebbe essere d’aiuto anche ai figli che devono sbarazzarsi in qualche modo della propria ansia, dei sensi di colpa e di rifiuto e di sentimenti inespressi che possono minare a lungo la loro serenità con la compromissione di relazioni affettive future.
I GENITORI NELLO SVILUPPO DELL’IDENTITA’ DEL FIGLIO
La separazione e il divorzio che ci piaccia o no è una forma - spesso forzosa- di allontanamento.
Produce una profonda sofferenza, sentimenti di rabbia e ostilità tra la coppia e da parte dei figli verso uno o entrambi i genitori. Talvolta si reputa necessario e quasi imposto dalle situazioni venutesi a creare con conseguenze inevitabilmente deleterie su tutte le persone coinvolte.
Freud assunse che ai fini della determinazione dell’identità di genere avesse un ruolo fondamentale la presenza maschile, per le femministe questa importanza era da attribuire alla figura femminile che crea intorno al bambino un clima di profondo coinvolgimento emotivo. Oggi siamo arrivati a ritenere che i genitori sono importanti entrambi e, ai fini della differenza di genere per i figli, e per la determinazione della loro personalità.
LE CONSEGUENZE DELLA SOTTRAZIONE PARENTALE
Donne vittima di violenze, fuori e dentro le mura domestiche, donne abusate, donne schiavizzate, donne allontanate dai propri figli ingiustamente. In questo ambito però non è il caso di sottostimare il numero di quei padri ai quali viene impedito di poter vedere i figli, perché giudicato assente, egoista e talvolta violento. Ecco allora che la violenza non conosce sesso.
La mancanza di autostima porta a sottovalutare se stessi e a proiettare nell’altro quanto di noi non ci piace. Assistiamo a scenari familiari in cui uno dei genitori denigra l’altro agli occhi dei figli, così da renderli ancor più confusi.
Nei casi di separazione e divorzio, tipica è la PAS, l’ acronimo di Parental Alienation Syndrom (sindrome di alienazione genitoriale) dove uno dei genitori umilia e sminuisce costantemente l’altro coniuge davanti ai suoi figli, inducendo in loro un sentimento di odio verso il genitore con l’unico intento da parte dell’altro di soddisfare un desiderio di vendetta; la Sindrome di Munchausen, dove il bambino finge di stare male per il forte bisogno di attirare su di sè le attenzioni dei genitori, adottando anche comportamenti indesiderabili che altro non sono che la manifestazione di un disagio venutosi a creare in seguito alla incessante situazione di conflittualità in famiglia.
Frequenti, lì dove c è un incessante sensazione del fallimento e dell’inadeguatezza prima ancora che come genitore, come persona, sono lo stalking e il mobbing familiare con epiloghi talvolta devastanti.
La sottrazione parentale porta indiscutibilmente alla compromissione dell’ area relazionale, cognitiva e dell’identità di genere, con disadattamento spesso manifesto attraverso fughe da casa, sviluppo non conforme all’età cronologica, atteggiamenti inadeguati nell’ambito delle relazioni sociali.
Quando si crea conflittualità la separazione dei genitori si affronta con rabbia, i bambini soffrono, si sottostimano, e si sentono responsabili nei confronti della stessa. Possono adottare in questo caso un atteggiamento inquieto, si evidenziano pertanto in loro tratti nevrotici come l’aggressività verso oggetti e animali. Per i bambini ciò che conta è che mamma e papà stiano insieme anche se in disaccordo.
CONCLUSIONI
La separazione e il divorzio per quanto difficile, la si deve affrontare con intelligenza e continuando ad avere stima per se stessi perché solo in questo caso sarà più semplice affrontare le difficoltà che possono prospettarsi, continuando ad essere genitori per i propri figli in maniera impeccabile, affinché non siano questi a dover pagare colpe che non hanno e affinché la loro infanzia non subisca forti turbamenti.
In fin dei conti le dimostrazioni d’affetto sono possibili anche a distanza.